I luoghi comuni dell'ambientalismo

di Alessia 14 ottobre 2009

Pensare in verde

Suggerimenti per un ambientalismo critico

Mi sono sempre interessata a tutti quei comportamenti eco-sostenibili che, almeno nelle intenzioni, cercano di proteggere il nostro pianeta. Ma come tutti sono sempre stata assalita dai dubbi, soprattutto nel momento in cui per potere vivere un’esistenza rispettosa dell’ambiente, si devono fare scelte a volte tremendamente costose. Oltre all’incompetenza  di tutti noi nei confronti di un argomento così vasto e complesso, si sommano spesso anche indecisioni molto più concrete e pragmatiche visto che nella stragrande maggioranza dei casi quello che è bollato come Bio o come Verde ha un prezzo al di sopra della media, improponibile per i più.

Mi è capitato però di leggere un articolo di Repubblica che riporta una serie di principi e regole, tratte dal libro Painless Green, ovvero L’ambientalismo indolore, di Shel Horowitz,  che sfata i miti dell’ambientalismo tradizionale, allontanando i comportamenti sostenibili dall’olimpo dell’eco-chic e riportandoli ad un livello consono ai comuni mortali. Nell’intenzioni dell’autore (attivista ambientale con alle spalle diverse pubblicazioni editoriali) i suoi consigli servono per “aiutare l’ambiente, ridurre il nostro impatto sul cambiamento climatico, tagliare le spese e migliorare la qualità della vita”.

In totale sono 111 i suggerimenti contenuti nel libro. Alcuni di questi sfatano luoghi comuni del consumo verde:

  1. Consumo EnergeticoSi deve sempre spegnere la luce quando si esce da una stanza. Non è vero, se sono state installate le nuove lampadine compatte fluorescenti. Accenderle e spendere in continuazione le fa durare molto meno
  2. SpesaAl supermercato ci si deve orientare sulle etichette verdi. Spesso non è la scelta giusta a causa degli scarsi controlli su quei certificati. Una visita ai siti delle agenzie per l’ambiente può smascherare i falsi
  3. RiscaldamentoI risparmi in bolletta compensano il costo per l’installazione dei doppi vetri. Non sempre è vero, spesso le principali fughe di calore avvengono per esempio dal tetto
  4. Rifiuti BiodegradabiliConviene comprare rifiuti biodegradabili per ridurre l’accumulo nelle discariche. Quasi sempre è una scelta inutile in quanto molti di questi prodotti non si decompongono abbastanza rapidamente.
  5. ImmobiliDovendo comprare casa è meglio orientarsi su un immobile moderno per il risparmio energetico. E’ Falso perché spesso molte abitazioni antiche si rivelano più efficienti.
  6. PesticidiVale la pena spendere dal 20% al 40% in più comprando da agricoltura biologica perché si acquistano prodotti più sani e nutrienti. In realtà il sovrapprezzo è giustificato solo contro i pesticidi di pesche, mele e fragole ma non per quella frutta e verdura che anche nell’agricoltura tradizionale ha bisogno di poche sostanze chimiche inquinanti. Tra questi: cipolle, pomodori, ananas e avocado
  7. Pannelli SolariInstallarli sempre sul tetto di casa. E’ una buona cosa ma dipende dagli sgravi fiscali disponibili. E’ più efficace abbassare il termostato di un paio di gradi di inverno ed indossare un maglione in più.
  8. Auto ibride Acquistare un’auto a basse emissioni. Mezzi pubblici e bicicletta restano molto più verdi e sono certamente meno cari. Inoltre le auto ibride sono un buon affare solo al di sopra di un certo chilometraggio.
  9. Trasporti Comprare dall’agricoltura locale per ridurre le emissioni di CO² prodotte dal trasporto dei prodotti agroalimentari. Non del tutto giusto. In realtà il trasporto contribuisce all’11% dell’emissione carboniche dell’agricoltura, il resto dipende dai metodi di produzione
  10. Anidride  Carbonica Abbassare le emissioni di CO² donando denaro alle ONG che piantano alberi. Si deve sempre stare attenti alle truffe. Misurare le emissioni di CO² di ognuno di noi è difficile ma sicuramente è ancora più difficile e complicato misurare quelle che vengono eliminate da progetti ambientalisti.

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Una replica a “I luoghi comuni dell'ambientalismo”

  1. Giovanni ha detto:

    L’ambientalismo, se non vuole diventare simile ad un religione, non deve avere “verità dogmatiche”. Perciò ben vengano approcci diversi, dubbi e cambiamenti di rotta.