Ti sei appena messo a tavola e squilla il telefono. Un classico. “Salve, parlo con la padrona di casa? Le telefono per proporle…”. Tipicamente a questo punto si riaggancia, ma dando un po’ di corda in più alla voce al telefono ci si può sentir snocciolare una vastissima gamma di offerte imperdibili: olio, vino, mobili, tariffe telefoniche, donazioni, e chi più ne ha più ne metta.
I più cortesi si limitano a declinare l’offerta, i più creativi mettono in scena veri e propri scherzi telefonici per il malcapitato operatore del call center. Sta di fatto, però, che le operazioni di telemarketing vengono percepite dalla maggior parte degli utenti come seccature, per non dire proprio delle molestie.
Come difendersi da questo tipo di azioni commerciali? In primo luogo, se il nostro numero di utenza compare negli elenchi telefonici abbiamo implicitamente aperto la porta agli scocciatori. A partire dal 1 febbraio 2011, infatti, ogni numero registrato può finire nei database delle aziende senza commettere alcuna violazione della privacy, a meno che l’utente non dichiari di non voler essere contattato.
Questa dichiarazione deve essere fatta al Registro delle Opposizioni. Si può iscrivere il proprio numero direttamente online sul sito, oppure tramite raccomandata A/R o chiamando il numero verde 800 265265. La chiamata può essere effettuata esclusivamente dal numero in questione, altrimenti la dichiarazione risulta nulla (la linea suonerà occupata).
Entro 24 ore dalla richiesta il numero risulta iscritto al registro. Ci sono però molte perplessità sull’efficacia di questo strumento. Alcune fondazioni dei consumatori, tra cui Aduc, hanno denunciato come in realtà questo provvedimento tuteli solo i dati tratti dagli elenchi telefonici.
La Fondazione Ugo Bordoni (FUB) è l’ente di ricerca scelto dal Ministero dello Sviluppo Economico per gestire il registro. Si impegna a fornire alle aziende che ne fanno richiesta liste di utenze che non si sono dichiarate contrarie a ricevere offerte telefoniche a scopi pubblicitari. Questi elenchi sono scremati in base alle iscrizioni al registro e hanno una validità di 15 giorni. Passato tale periodo, l’azienda dovrà ripetere la procedura, per avere una lista di numeri sempre aggiornata.
Di conseguenza, in teoria, i tedio per gli utenti dovrebbe cessare entro 15 giorni dall’iscrizione al registro. In realtà, nella maggior parte dei casi, le telefonate continuano. Allora, invece di riagganciare automaticamente a ogni chiamata o lanciare anatemi, dobbiamo dichiarare all’operatore la nostra ferma volontà di essere cancellati dai loro elenchi.
Qualora questa richiesta non fosse rispettata, la prima cosa da fare è inviare una raccomandata A/R all’azienda per chiedere formalmente la cancellazione. Se anche questa strada non dovesse procurare la pace sperata, possiamo rivolgerci al Garante della privacy, forti di una prova cartacea quale è la raccomandata.
Allora, forse, potremo cenare in santa pace.